PONTI SOSPESI
Il Costa Rica gode di una reputazione altissima nell’ambito della conservazione ambientale; si classifica infatti tra i primi cinque paesi al mondo per i risultati ottenuti in materia di tutela dell’ambiente. La creazione di una rete di parchi nazionali fu avviata negli anni ’60, ma numerosi fondi destinati alla protezione delle risorse naturali furono stanziati già a partire dal 1948, quando la nazione decise di rinunciare al suo esercito permanente e investire piuttosto in sanità, istruzione e ambiente. Ad oggi oltre il 27% del territorio costaricense costituisce zona protetta e offre un rifugio sicuro al 5% delle specie faunistiche di tutto il pianeta.
Oltre al sistema di aree protette nazionali esistono centinaia di piccole riserve, lodge e tenute private istituite per la salvaguardia del territorio. Molte di queste sono proprietà di residenti stranieri e per questo motivo sono un motivo di contenzioso con i costaricensi. Sebbene si tratti di organizzazioni no profit che si impegnano fortemente per la conservazione dell’ambiente, rimangono comunque aree private per cui è necessario pagare un biglietto d’ingresso. Il governo non possiede tutte queste terre - quasi la metà è infatti in mano a privati - e non ha i soldi per acquistarle. È quindi continuamente impegnato in una campagna di controllo e supervisione, per evitare che qualche proprietario trovi il modo di eludere le restrizioni governative, vendendo le terre a bracconieri e taglialegna o costruendo strutture abusive sulla proprietà.
Durante il mio viaggio in Costa Rica ho visitato molte di queste strutture e posso affermare che il prezzo del biglietto è totalmente ripagato dall’esperienza offerta. In particolare vi parlo di aree protette di foresta pluviale, dove avrete la possibilità di immergervi completamente nel verde e nella natura.
La maggior parte della biodiversità nelle foreste del Costa Rica si concentra nella parte alta degli alberi. Il miglior modo quindi per osservarla è attraversare ponti sospesi sulla volta arborea, ad altezze comprese tra 20 e 30 m.
Vi consiglio i miei preferiti, dislocati in punti molti distanti sulla mappa ed estremamente diversi tra loro.
ARENAL: MISTICO HANGING BRIDGES
Decisamente il mio preferito. Una passeggiata sui Puentes Colgantes de Arenal vi dà la possibilità di osservare da vicino la parte più alta della foresta pluviale, e quindi la più interessante. Il percorso si snoda attraverso sei ponti sospesi e dieci ponti tradizionali: sicuramente non adatto a chi soffre di vertigini. La passerella più lunga misura quasi 100 metri e la più alta è posizionata a 25 m da terra. Questa riserva rappresenta perfettamente i classici habitat della foresta pluviale: alberi altissimi ricoperti di rampicanti e strati di vegetazione sovrapposti gli uni agli altri. L’ambiente è estremamente umido, dovuto alle abbondanti piogge: ogni anno ne cadono circa 5 o 6 metri. Il suolo è infatti costantemente lavato dall’acqua e i raggi del sole penetrano con difficoltà: è proprio per questi motivi che la biomassa si concentra verso l’alto e le piante si estendono in verticale alla ricerca di luce.
MONTEVERDE: SELVATURA
La riserva di Monteverde, assieme a quella di Santa Elena, si colloca all’apice dello spartiacque continentale e racchiude vaste aree di foresta primaria, una foresta vergine che non ha mai visto trasformazioni da parte dell’uomo. È un tipo di foresta unico al mondo, di cui non avevo mai sentito parlare, chiamata Foresta Nebulare. I venti caldi che soffiano dal Mar dei Caraibi si scontrano sui pendii della riserva di Monteverde e, raffreddandosi, si condensano in nubi che si concentrano principalmente sulla vicina riserva di Santa Elena. Ciascuna ha caratteristiche climatiche differenti e specifici ecosistemi, ma entrambe sono luoghi palpitanti di vita ed estremamente affascinanti, soprattutto quando avvolte dalle nuvole.
Selvatura è ancora una volta un’oasi privata, che propone molte attrattive, tra cui il Canopy Tour (è proprio in questa zona dove è nata la prima zip-line). Non avendo tempo a sufficienza, ho preferito percorrere i 3 km di camminata tra le cime degli alberi con una guida locale molto appassionata, che ci ha insegnato moltissimo sulla storia e natura del luogo, oltre a farci osservare animali fantastici, che da soli non saremmo mai stati in grado di avvistare (ci vuole davvero un occhio allenato!). Alla fine del percorso non dimenticate di visitare il giardino dei colibrì, che sono tra gli abitanti più visibili della foresta nebulare. Il più raro da incontrare è invece il quetzal splendente, con il petto rosso e le lunghe piume verdi e blu, venerato da Maya e Aztechi e oggi a rischio di estinzione.
SARAPIQUÍ: TIRIMBINA RAINFOREST CENTER
Il Tirimbina Rainforest Center è un centro didattico e di ricerca ambientale situato nella valle di Sarapiquí, un territorio pianeggiante punteggiato di fincas (aziende agricole locali), un tempo proprietà della United Fruit Company, un colosso americano della produzione ed esportazione delle banane. Oggi il fiume che attraversa la valle è meta di appassionati di kayak e rafting e la foresta cresce di nuovo rigogliosa.
Questa riserva privata ha una grandissima estensione ed è collegata al vicino Sarapiquís Rainforest Lodge, dove ho alloggiato, da due lunghi ponti sospesi. Queste strutture si slanciano sopra il corso del fiume e offrono una vista impagabile su tutta la valle. I percorsi per il trekking nella foresta si snodano per 9 km e guide locali molto preparate organizzano uscite di birdwatching, avvistamento di rane e pipistrelli e passeggiate notturne.
Ho trovato anche il tour del cacao molto interessante, ve lo raccomando!